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I Vini Pio CesareI Vini in DegustazioneUn momento della serataUn momento della serata
Un momento della serataUn momento della serataFernà, Franco Alesso, Daniele e il rapp. di zona

Cena Con I Vini Pio Cesare - Commento

Serata strepitosa!


Preciso: il mio commento si riferisce, come sempre, principalmente ai vini proposti e in alcuni casi alla qualità dell’abbinamento cibo/vino. Non posso e non voglio giudicare i piatti per i quali eventualmente pubblicherò commenti di altri. Ma i vini di Pio Cesare sono stati strepitosi! E anche la successione degli abbinamenti, e qui riporto il commento dell’amico Sandro Bonuccelli, è stata una delle migliori degli ultimi anni di degustazioni. E soprattutto la grande armonia espressa nelle singole proposte cibo/vino è stata da 10 e forse anche da lode.

A mio parere per poter proporre un abbinamento ben riuscito è comunque fondamentale il ruolo del vino. Un po’ come il ruolo del padrone di casa in una serata tra amici… o dello showman in un programma tv. Perché il vino è il “signore” della serata, colui che può trasformare un semplice e banale pasto in una grande e solenne cena…

Commentavamo questo, durante la serata, con il responsabile generale dell’azienda Franco Alesso, che ieri sera era presente alla degustazione e ci ha edotto sulla storia e sulla “filosofia” aziendale. In particolare concordavamo che la forza e l’eccellenza di un vino, non sta tanto nella capacità di esprimere, enfatizzandola, una qualche caratteristica predominante di un vitigno (…magari dal nome esotico) o di un “uvaggio spericolato” che spesso e volentieri si riscontra in vini alla moda o di labile fama... Bottiglie che ti ritrovi propinate da nord a sud dell’Italia con nomi diversi ma con dentro gli stessi identici vini, plasmati a forza da tecnici e tecnologie.

La forza e l’eccellenza di un vino sta nel sapersi adattare ad ogni situazione, sta nel riuscire a dare il meglio di se di fronte a chicchessia, senza mai snaturarsi, senza mai fare una piega… e sempre andando a testa alta, elegante, imponente, orgoglioso di essere se stesso. E ieri sera il nebbiolo è stato questo.

È stato gradevolissimo e fragrante nel “Il Nebbio” (2010 Langhe DOC – 100% nebbiolo). Vino abile e virtuoso nel rimanere impassibile alle insidie di un antipasto che con i molteplici gusti e sapori (affettati di selvaggina, crostini con patè, con formaggi… e perfino bagna cauda) poteva fare lo sgambetto a chiunque.

E’ stato immenso nel suoi profumi, morbido al palato, elegantissimo e armonico nel “Barbaresco” classico (2008 Barbaresco docg – 100% nebbiolo), stupendo nel suo abbinamento con le pappardelle alla lepre.

Infinito nella persistenza, imponente ma con tannini mai sovrastanti nel “Barolo” classico (2008 Barolo docg – 100% nebbiolo), vino austero ma non arrogante, di grande struttura. “Sostanza” nel significato più ampio. Eccellente nell’abbinamento con il brasato al barolo… veramente, non a caso, un classico abbinamento del privilegio.

Come il Barolo classico 2008 ma con in più una verve unica l’ ”Ornato” (2007 Barolo docg – 100% nebbiolo, che troviamo solo nelle grandi annate). Vino deciso, diretto, potente, strutturato, splendido!

E così il Nebbiolo degustato in tutte le sue declinazioni ha rivelato tutto se stesso… e devo dire che mi ha stupito! E credo abbia stupito molti dei commensali… che forse, come me, erano impreparati a questa lezione di gusto e sobrietà che i vini di Pio Cesare ci hanno dato. Perché al mondo d’oggi dove spesso ci vengono proposte bottiglie su bottiglie costruite ad arte, dove si bada più all’immagine di un “prodotto” e dove si standardizza molto seguendo la formula che funziona in quel momento storico/commerciale, questo Nebbiolo ci ha dato una grande lezione, una lezione da gran “signore”: essere se stessi, sempre e comunque.


Daniele Lazzerini

 

 

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